36° anno di corso 2018/2019 della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro

Sono aperte le iscrizioni al 36° anno di corso 2018/2019 della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro. I nuovi allievi, da ottobre 2018 a giugno 2019, oltre alle lezioni in piccoli gruppi, frequenteranno anche lezioni individuali e laboratori. La didattica, inizialmente, prevede lo studio di elementi base quali la corretta dizione, l’impostazione fonatoria, la lettura espressiva, le dinamiche del gesto, del movimento, dell’azione e pian piano, per otto mesi, gli allievi potranno affrontare materie più complesse quali la recitazione in versi, il rapporto voce-musica, la scrittura poetica, la micro cinesica, le dinamiche del monologo, fino al superamento delle tradizionali categorie drammaturgiche. Tre sono i laboratori integrativi previsti: scrittura, radiofonia, cinematografia. E’ attivata anche una classe per i più piccoli.

Congiuntamente inizia il 15° anno di corso di Ingegneria Umanistica, la frontiera più avanzata del Minimo Teatro. Consiste in una classe di allievi veterani (i nuovi iscritti potranno parteciparvi come uditori), che quest’anno inizieranno ad applicarsi al progetto triennale “La lettura: ieri, oggi, domani”, in collaborazione con il Comune di Macerata (Sessione 1- 2018 – Ieri, il passato indicativo, la tradizione. Sessione 2 – 2019 – Oggi, il presente possibile, la generazione. Sessione 3 – 2020 – Domani, il futuro edificabile, la dimostrazione.)
Per informazioni: 347 1054651. Per le iscrizioni è necessario presentarsi per appuntamento al Minimo Teatro (Borgo Sforzacosta 275 – Sforzacosta di Macerata), a seguito di colloquio con il direttore Maurizio Boldrini, si potrà compilare la scheda d’iscrizione e versare la prima rata.

“La Lettura” ieri oggi domani

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Macerata, lunedì 8 ottobre 2018 – C’è la lettura declinata in tutte le sue accezioni al centro del progetto del Minimo Teatro diretto da Maurizio Boldrini che l’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata ha voluto condividere e proporre alla cittadinanza, in particolar modo ai docenti delle scuole superiori della città.

Si tratta de “LA LETTURA ieri oggi domani”, un progetto triennale che prevede tre sessioni operative teoriche, pratiche e dimostrative.

“È un progetto culturale innovativo, forte della grande storia del Minimo Teatro e del suo ideatore Maurizio Boldrini. – ha affermato Stefania Monteverde assessore alla Cultura presentando oggi alla stampa la nuova iniziativa -. Rafforza l’impegno nel sostenere la lettura e i libri, pietra angolare di una società libera. Un percorso che in questi anni ha portato Macerata a essere nella rete nazionale delle Città che legge.”

“L’obiettivo fondamentale è quello di fornire ai partecipanti strumenti operativi integrativi rispetto alle normali conoscenze personali sulla “lettura” di testi, immagini, materiali d’arte al fine di potenziare le loro capacità di relazione interpersonale in un concorso vicendevole di cura della vita nella sua interiorità” ha spiegato Maurizio Boldrini. Gli strumenti proposti dal Minimo Teatro derivano da una lunghissima esperienza nell’ambito della ricerca sul linguaggio teatrale, innovativi e particolarmente interessanti per i partecipanti.

La conduzione del progetto è dello stesso Boldrini, regista, interprete e operatore teatrale, con l’apporto di insegnanti e poeti maceratesi che hanno già collaborato e dato impulso al viaggio conoscitivo del Minimo Teatro. In tutte e tre le fasi progettuali ci sarà il costante apporto dimostrativo degli allievi della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione e della Scuola di Ingegneria Umanistica.

Quest’anno, il 2018, la sessione si intitola “Ieri” ovvero il passato indicativo, la tradizione. Oggetti d’indagine e di studio saranno partiture testuali, dinamiche filmiche e in genere i materiali d’arte specialmente indicativi per comprendere le fondamenta dell’estetica contemporanea. Questa sessione sarà prevalentemente teorica per fornire precise coordinate per operare in pratica nella sessione 2 che riguarderà il 2019, ossia “Oggi”. Oggi, il presente possibile, la generazione. Le esperienze della tradizione che generano nuovi percorsi e nuove interpretazioni. Infine, nel 2020, la sessione 3, “Domani”, il futuro edificabile, la dimostrazione. In base alle esperienze delle precedenti sessioni i partecipanti “chiuderanno” i materiali elaborati in una versione presentabile in pubblico, sia come oggetti spettacolari, sia come tracciati documentativi al fine di dimostrare e di esemplificare la loro esperienza perché possa stimolare l’interesse e il gioco conoscitivo di altre persone.

Per ognuna delle tre sessioni sono previsti 10 incontri, uno a settimana, della durata di 2 ore e mezza ciascuno, nella sede del Minimo Teatro (Borgo Sforzacosta, 275). Al termine di ciascuna delle tre sessioni il Minimo Teatro, d’intesa con le scuole maceratesi, che saranno coinvolte nella promozione dell’iniziativa, rilascerà ai partecipanti un attestato di frequenza utile a studenti e docenti per i crediti formativi.

Le scuole che ad oggi hanno aderito al progetto sono il Liceo Classico “Leopardi”, Liceo Scientifico “Galilei”, ITC “Gentili”. Il primo incontro de “La Lettura: ieri, oggi, domani”, sarà il prossimo 12 ottobre alle ore 21 mentre i prossimi appuntamenti in calendario saranno il 16, 18, 23, 25 e 30 ottobre e a novembre le date saranno il 6, 8, 13 e 15, tutti alle ore 20.30.

Montegiberto capitale di poesia e umanità

MONTEGIBERTO (FM), 2018-09-11 – Prendete spettatori che sanno essere una comunità vera, un paese senza luogo teatrale, una animatrice di tempra, un maestro e allievi di teatro, miscelate con cura e otterrete un precipitato esplosivo di poesia e vitalità. E’ ciò che è successo a Montegiberto lunedì sera alla Sala delle Volte con “Il dettato poetico” prova aperta a botta e risposta tra una rappresentativa di allievi della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro di Macerata e una squadra di allievi di Montegiberto. L’animatrice risponde al nome di Zefferina Remia, da sempre organizza cultura a Montegiberto, col suo esile corpo sposta montagne e trova vene aurifere, quando chiama il maestro di teatro Maurizio Boldrini e il gioco è presto fatto: Montegiberto per una sera diventa capitale mondiale del teatro. Versi poetici che volano, riverberano agli archi della sala, vibrano alle orecchie degli spettatori, colpiscono al cuore e sono restituiti dagli spettatori agli attori in forma di palpabile emozione, si crea un circolo virtuoso in cui l’arte è al massimo livello: sensazione e relazione. Complici: Vladímir Vladímirovi? Majakóvskij, Federico García Lorca, Filippo Tommaso Marinetti, Aldo Palazzeschi. In voce per il Minimo Teatro: Martina Del Bianco, Marco Frontalini, Serenella Marano, Chiara Marresi, Elisabetta Moriconi, Francesca Pesaresi, Lorenzo Vecchioni; per la “squadra” locale: Cristina Benedetti , Daniela Corradini, Viola De Carolis, Ludovica Guetti, Federica Marconi, Elisa Monaldi, Valerio Monaldi, Veronica Monaldi, Elena Sofia Sardellini, Edelvais Totò. Dicono che per un punto abbia vinto la squadra locale, già, hanno avuto il vantaggio di effettuare un test atletico preliminare, prima della sfida ufficiale, presso la Casa di Riposo i cui ospiti, esigenti e attenti, hanno dispensato consigli a iosa e una lauta merenda. Comune, Pro Loco di Montegiberto e Opera Pia Arpili hanno curato logistica, vettovaglie e accoglienza per i “contendenti”. Serata indimenticabile di poesia e umanità.

Il dettato poetico: il Minimo Teatro incontra la squadra di allievi di Montegiberto

MONTEGIBERTO (FM) – Su promozione del Comune, della Pro Loco di Montegiberto e dell’Opera Pia Aprili (Casa di riposo), lunedì 10 settembre alla ore 21.30, presso la Sala delle Volte si svolgerà la prova aperta a botta e risposta titolata “Il dettato poetico” a seguito di un laboratorio intensivo di recitazione condotto da Maurizio Boldrini del Minimo Teatro di Macerata per un gruppo di allievi di Montegiberto.  

La prova vedrà “sfidarsi”, a colpi di versi,  due squadre di allievi su versi di poeti diversissimi quali: Vladímir Vladímirovi? Majakóvskij, Federico García Lorca, Filippo Tommaso Marinetti. Le “botta” sarà data da una rappresentativa della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione di Macerata formata da Martina Del Bianco, Marco Frontalini, Serenella Marano, Chiara Marresi, Elisabetta Moriconi, Francesca Pesaresi, Lorenzo Vecchioni;  la “risposta” sarà data dalla squadra rappresentativa di Montegiberto e formata da Cristina Benedetti , Daniela Corradini, Viola De Carolis, Ludovica Guetti, Federica Marconi, Elisa Monaldi, Valerio Monaldi, Veronica Monaldi, Elena Sofia Sardellini, Edelvais Totò. La squadra locale sarà in “riscaldamento” dalle ore 16.00 presso la Casa di riposo con una prova preliminare destinata agli ospiti della casa, test atletico di rifinitura prima dell’incontro ufficiale. Coordinazione Zefferina Remia. Conduzione Maurizio Boldrini. A vincere sarà certamente la poesia.

“DRAMMATURGIA A SCALARE”, La deriva della percezione

“DRAMMATURGIA A SCALARE” DEL MINIMO TEATRO
 
MACERATA – L’artista Mauro Mazziero, in una delle sue presenze al  Minimo Teatro di Maurizio Boldrini, ritrasse gli attori in scena mossi dall’aria della poesia e pose sul disegno il timbro del Minimo messo a rovescio. “Drammaturgia a scalare”, presentata domenica scorsa dalle classi della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione e di Ingegneria Umanistica, rovescia le forme studiate della tradizione classica in tensioni e combinazioni attoriche che obbligano a un nuovo codice di scrittura testuale e teatrale. Nella prima parte della serata “Base della prova” si inizia con il conforto della tipica timbrica del Minimo applicata a brani didattici. Trenta minuti in cui la poesia testuale è in equilibrio con la poesia dei corpi e delle voci di quattro bravissime allieve al primo anno di corso: Martina del Bianco, Elisa Frascolla, Chiara Marresi, Francesca Pesaresi. Uno strano equilibrio in cui ci sono imprevedibili scarti di senso, procedimenti ritmici che superano quelli della danza e della musica, mandando alla deriva occhi e pensiero. Dopo 10 minuti di pausa, tocca al saggio di due ragazzini, i più piccoli allievi di Boldrini: Gianmarco Giorgi (12 anni) e Nicolò Marcattili (10 anni). Ci si aspetterebbe un po’ di accondiscendente tregua per gli ospiti spettatori, invece i due fanciulli passano con disinvoltura da Shakespeare, Leopardi, Palazzeschi, Montale, Pinter, Govoni a testi da loro stessi composti con un ritmo serratissimo e con l’estro da consumati attori sono capaci di mutare rapidamente dalle tecniche del comico all’umore della tenerezza struggente.
A seguire il cuore della serata: “Altezza dell’esempio”, monologhi e dialoghi esemplari per la comprensione dello sviluppo delle forme drammatiche. In scena Valentina Lauducci con un “Riccardo III” straripante di colori espressivi e trascolorazioni; Lorenzo Vecchioni e Alessandro Corazza in una funambolica parodia di “Otello e Jago”; Lorenzo Tombesi in geometrica sospensione monologante con l’Ulisse dalla “Pentesilea” di Kleist; Serenella Marano con le allucinanti parole del “Manifesto futurista” di Marinetti che l’attrice ha liquidato alla fine con un solo gesto; Francesco Bernabei colpisce con la “Blusa del bell’imbusto” di Mayakovsky e subito dopo restituisce l’anima melanconica del poeta con la sua lettera d’addio; Maria Chiara Mannetta e Simona Branchesi cambiano totalmente rotta con un frammento da “La lezione” di Jonesco, pazza imprevedibile ed esilarante versione; Francesca Pesaresi in un frammento da “Il guardiano” di Pinter schizza a nervi il gergale dell’autore; Serenella Marano, Elisabetta Moriconi e Jennifer de Filippi, rispettivamente al microfono con “Petrolio” di Pasolini, “Robespierre” e “Advocata” di Giovanni Prosperi, trasportano il pubblico in una dimensione di commozione pura.
Ore 23.00, la serata è molto calda, alla temperatura si sommano i gradi dell’emozione, è qui che inizia “a scalare” il vertice dell’inaudito, del mai visto: “Area della sensazione”, che vede artefici gli stessi attori e attrici della parte precedente. Qui il racconto cessa, il Minimo Teatro fissa e combina etimi verbali e gestuali fuori da ogni pregressa logica drammaturgica, un’ora di perfetto vuoto trasfigurato dalla luce.

La deriva della percezione con “Drammaturgia a scalare” del Minimo Teatro

“Drammaturgia a scalare”, presentata domenica scorsa dalle classi della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione e di Ingegneria Umanistica, rovescia le forme studiate della tradizione classica in tensioni e combinazioni attoriche che obbligano a un nuovo codice di scrittura testuale e teatrale. Nella prima parte della serata “Base della prova” si inizia con il conforto della tipica timbrica del Minimo applicata a brani didattici. Trenta minuti in cui la poesia testuale è in equilibrio con la poesia dei corpi e delle voci di quattro bravissime allieve al primo anno di corso: Martina del Bianco, Elisa Frascolla, Chiara Marresi, Francesca Pesaresi. Uno strano equilibrio in cui ci sono imprevedibili scarti di senso, procedimenti ritmici che superano quelli della danza e della musica, mandando alla deriva occhi e pensiero. Dopo 10 minuti di pausa, tocca al saggio di due ragazzini, i più piccoli allievi di Boldrini: Gianmarco Giorgi (12 anni) e Nicolò Marcattili (10 anni). Ci si aspetterebbe un po’ di accondiscendente tregua per gli ospiti spettatori, invece i due fanciulli passano con disinvoltura da Shakespeare, Leopardi, Palazzeschi, Montale, Pinter, Govoni a testi da loro stessi composti con un ritmo serratissimo e con l’estro da consumati attori sono capaci di mutare rapidamente dalle tecniche del comico all’umore della tenerezza struggente.

A seguire il cuore della serata: “Altezza dell’esempio”, monologhi e dialoghi esemplari per la comprensione dello sviluppo delle forme drammatiche. In scena Valentina Lauducci con un “Riccardo III” straripante di colori espressivi e trascolorazioni; Lorenzo Vecchioni e Alessandro Corazza in una funambolica parodia di “Otello e Jago”; Lorenzo Tombesi in geometrica sospensione monologante con l’Ulisse dalla “Pentesilea” di Kleist; Serenella Marano con le allucinanti parole del “Manifesto futurista” di Marinetti che l’attrice ha liquidato alla fine con un solo gesto; Francesco Bernabei colpisce con la “Blusa del bell’imbusto” di Mayakovsky e subito dopo restituisce l’anima melanconica del poeta con la sua lettera d’addio; Maria Chiara Mannetta e Simona Branchesi cambiano totalmente rotta con un frammento da “La lezione” di Jonesco, pazza imprevedibile ed esilarante versione; Francesca Pesaresi in un frammento da “Il guardiano” di Pinter schizza a nervi il gergale dell’autore; Serenella Marano, Elisabetta Moriconi e Jennifer de Filippi, rispettivamente al microfono con “Petrolio” di Pasolini, “Robespierre” e “Advocata” di Giovanni Prosperi, trasportano il pubblico in una dimensione di commozione pura.

Ore 23.00, la serata è molto calda, alla temperatura si sommano i gradi dell’emozione, è qui che inizia “a scalare” il vertice dell’inaudito, del mai visto: “Area della sensazione”, che vede artefici gli stessi attori e attrici della parte precedente. Qui il racconto cessa, il Minimo Teatro fissa e combina etimi verbali e gestuali fuori da ogni pregressa logica drammaturgica, un’ora di perfetto vuoto trasfigurato dalla luce.

(a cura di Patrizia Mancini)

La “Drammaturgia a scalare” al Minimo Teatro

MACERATA – «La storia della drammaturgia moderna non ha un ultimo atto; su di essa non è ancora calato il sipario (…) la storia dell’arte non è determinata da idee, ma dal loro realizzarsi in forma». Così scriveva Peter Szondi al termine di “Teoria del dramma moderno” , saggio limpidissimo e imprescindibile per gli studi e le pratiche teatrali. Per Maurizio Boldrini fin dai tempi in cui fu studente al DAMS, il libro di Szondi, insieme ad altri capisaldi, è stato più di un riferimento, una “ossessione” da coltivare, sviluppare e da “realizzare in forma”. Studiando, ricercando, elaborando per tanti e tanti anni al Minimo Teatro con le classi della Scuola di Recitazione e di Ingegneria Umanistica, Boldrini e i suoi allievi sono in grado di presentare “Drammaturgia a scalare”, è una nuova frontiera espressiva che rende gli attori operatori in grado di trovare “etimi” verbali e gestuali, poi combinabili in nuova scrittura scenica non più catalogabile nelle consuete categorie drammaturgiche. Domenica primo luglio “Drammaturgia a scalare” viene presentata al Minimo Teatro: “Area della sensazione” che inizierà alle ore 23.00 sarà lo studio effettivamente dimostrativo dello “scalare”, ma è preceduto da altre due momenti, alle ore 20.00: “Base della prova”, semplice saggio su pezzi didattici che sono appunto alla base della preparazione dell’allievo; alle ore 21.30: “Altezza dell’esempio”, pezzi che forniranno appunto l’esemplificazione di alcune forme classiche di composizione drammatica e poetica. Queste due fasi saranno presentate in modo intenzionalmente “rudimentale”, si fa per dire, “rudimentale” al modo del Minimo, proprio per evidenziare la differenza che consegue con “Area della sensazione”. Si alterneranno sul piccolo palco del Minimo: Martina Del Bianco, Elisa Frascolla, Chiara Marresi, Francesca Pesaresi, Gianmarco Giorgi, Nicolò Marcattili (nella prima parte); Francesco Bernabei, Simona Branchesi, Alessandro Corazza, Jennifer De Filippi, Valentina Lauducci, Maria Chiara Mannetta, Serenella Marano, Elisabetta Moriconi, Francesca Pesaresi, Lorenzo Tombesi, Lorenzo Vecchioni (nella seconda e terza parte). La serata è naturalmente dedicata alla memoria di Peter Szondi.

Maurizio Boldrini del Minimo Teatro all’Università di Siena con Carmelo Bene

 

Siena – A Siena giovedì 10 maggio, nell’ambito di “Ciclomaggio 2018 – Carmelo Bene. Uno straniero nella propria lingua”, si svolge una giornata di studi su Carmelo Bene presso l’Aula musica di via di Fieravecchia 19. L’iniziativa è organizzata dall’Università di Siena, Dipartimenti di “Filologia e critica delle letterature antiche e moderne” e di “Scienze storiche e dei beni culturali”. Al mattino dalle ore 11.00 “Sugli scritti letterari” con gli interventi di Marco Capriotti, Simone Giorgino, Franco Vazzoler, nel pomeriggio dalle ore 16.00 “Sul teatro” con gli interventi di Paola Bertolone, Maurizio Boldrini, Armando Petrini.

Maurizio Boldrini
Il libro di Maurizio Boldrini “Lezione su Carmelo Bene” (Minimo Teatro/ Edizioni), oltre al suo valore intrinseco poiché esemplificazione delle tecniche operatorie dell’artista, si sta trasformando in un viatico per collegare persone e situazioni di studio molto diverse e geograficamente distanti:  la lezione su Bene si è spostata dal Minimo Teatro di Macerata alla Philosofarte di Montegranaro, dal Trinity College di Dublino a Oskenè di San Giovanni Rotondo e ora arriva a Siena.

Maurizio Boldrini la figura di Carmelo Bene è fulcro di un grande interesse!
Lo è sempre stato, da vivo e da morto, io cerco solo di contribuire a far mutare l’interesse da fascinazione in effettivo studio. L’invito per Siena mi è giunto direttamente da studenti e studentesse dell’Università che organizzano annualmente “Ciclomaggio”, ciò mi fa particolarmente piacere perché sono giovani che organizzano direttamente il loro studio con il coraggio di chiamare e ascoltare chi può essere “strumento” del loro interesse. Dissuado sempre dal farsi prendere dalla bellezza del soggetto studiato, così faro a Siena, per fornire qualche indicazione sulle tecniche operatorie e per mostrare dove è arrivata la “microchirurgia vascolare delle parole” grazie a tecniche di Carmelo Bene combinate con altre ingegnerie.

Un incontro… per Bene

Carmelo Bene in viaggio con Maurizio Boldrini
San Giovanni Rotondo – La “Lezione su Carmelo Bene” di Maurizio Boldrini continua il suo viaggio. Dopo Minimo Teatro di Macerata, Philosofarte di Montegranaro, Trinity College di Dublino, la prossima tappa è fissata per domenica 18 marzo a San Giovanni Rotondo  su invito di Christian Palladino direttore di Oskenè, che ha organizzato: “Un incontro … per Bene” nel 16° anniversario della sua morte, presso Home Spazio Arte/Eventi (viale Aldo Moro, San Giovanni Rotondo). Alle ore 19 sarà proiettato il film finalista ai “Nastri d’argento”:  “Tracce di Bene” di Giuseppe Sansonna. 
Alle 21.15 inizierà la “Lezione su Carmelo Bene” di Boldrini, che è tratta dal suo libricino di circa settanta pagine dense di indicazioni tecniche sul lavorio del più grande artefice dell’epoca contemporanea. Per arrivare alla “Lezione” Boldrini è passato per molteplici e diversissime esperienze, le ha studiate e combinate, pervenendo ad una riconciliazione tra corpo della scrittura e corpo-gesto verbale che si erano divaricati nelle pratiche di Artaud e nelle ricerche di Stratos. Tra le migliaia di pagine scritte su Bene, a carattere filosofico, biografico, antropologico, linguistico, è difficile rintracciare qualche chiara e ferrata traccia in merito alle sue tecniche operatorie. Boldrini le studia da “manovale”, senza cedere alla fascinazione dei materiali analizzati, i suoi strumenti entrano nelle variegate prassi di Bene estraendo frammenti minimi ma altamente esemplificativi, legge gli spettacoli in sovrapposizione di Bene e spiega come l’artista riesce a generare, attraverso essi, lo spazio semivuoto del teatro, come fa a predisporsi e a predisporre gli strumenti per cogliere l’anima del suono, come fa a monologare anche usando una forma testuale dialogica, come fa a contraddirsi mentre dice.

A Dublino una giornata memorabile per la cultura maceratese

Il 2 febbraio il Minimo Teatro di Macerata si è trasferito per un giorno dai 60 mq della sua sede di Sforzacosta ai 190.000 mq del Trinity College University al centro di Dublino. Su invito di Giuliana Adamo e Bianca Battilocchi del Department of Italian, il direttore del Minimo, Maurizio Boldrini, ha tenuto la sua “Lezione su Carmelo Bene” di fronte a un pubblico di studenti e professori convenuto presso Trinity Long Room Hub. Boldrini è stato introdotto dall’intervento di Gianluca Pulsoni, studioso ascolano presso la Cornel University di New York, ha esordito portando il saluto degli allievi della Scuola di Dizione Lettura e recitazione e della Scuola di Ingegneria Umanistica attraverso  una poesia dell’allieva veterana Elisabetta Moriconi. Apre la lezione leggendo un frammento da “Letania per Carmelo Bene” di Emilio Villa, entra in trattazione sulle tecniche operative di Carmelo Bene con pochi e dettagliati esempi estratti dal “Riccardo III” e da “Invulnerabilità’ d’Achille”, conclude in “leggerezza” con un’analisi comparata della canzone “A mano a mano” nella doppia interpretazione di Cocciante e Gaetano per sintetizzare le differenze tra il fare della rappresentazione simulante e il fare dell’artefice-attore. Si commiata con due poesie di Dino Campana e Giovanni Prosperi. Alla lezione di Boldrini ha fatto seguito la proiezione del film, bellissimo e dall’alto valore documentativo, “Nell’insonnia di avere in sorte la luce” di Giorgio Maria Cornelio e Luca Matteo Rossi, allievi di Boldrini e da due anni studenti al Trinity College, direttori dell’intera giornata convegnistica “Performative Arts Today” che ha visto gli interventi della più importante poetessa irlandese Eiléan Nì Chuillenain, di Giuseppe Sterparelli regista di un film su Villa e Burri, Antonio Presti  direttore della Fondazione Fiumana d’Arte. Forte e intensa anche la presenza-assenza della poetessa Antonella Anedda interpretata con grazia e tenerezza da Giuliana Adamo e raffinato il concerto finale che ha visto protagonisti il pianista Leonardo Colazzo e la soprano Patrizia Zanardi. Tra gli artisti in mostra nelle diverse forme anche i marchigiani Osvaldo Licini, Magdalo Mussio, Silvio Craia, Remo Pagnanelli, Stefano Scodanibbio (sue le musiche del film di Cornelio e Rossi), Mariano e Giovanni Prosperi, Elisabetta Moriconi, Valentina Lauducci, Vincenzo Consalvi. A imprevisto suggello della memorabile giornata a Dublino l’incontro e il saluto della truppa del Minimo Teatro con il Presidente della Repubblica Irlandese Micheal Higgins e Signora.