“A cuore aperto” è uno spettacolo che si svolgerà nell’ambito di “Pontili Aperti”, evento in programma nell’Area Portuale di Civitanova Marche, domenica 30 maggio. L’iniziativa nasce dall’interazione tra Associazione Il madiere, Associazione Amici e Allievi Minimo Teatro, Pinacoteca Fondo Gottardo Mancini, Amnesty International Gruppo 50, Liberte Sinergie con il contributo di Regione Marche e il patrocinio del Comune di Macerata. “A cuore aperto” si svolgerà alle 19.00, azione scenica con Jennifer De Filippi, Serenella Marano, Chiara Marresi, Elena Paoletti su testi di Louise Glück, Wisława Szymborska , Simone Weil, Maria Zambrano e altre poetesse; consulenza letteraria di Elisabetta Moriconi, Oriana Nabissi, Maria Carla Romiti; regia di Barbara Mancini. Uno spettacolo tutto al femminile che poggia su due straordinarie gambe: la filosofia e la poesia che insieme riescono a dire il non detto, quell’oralità che si ferma in gola e che, solo grazie al teatro, riusciamo a snodare per sindacarne ogni movimento del corpo. Nonostante lo squallore delle guerre, l’educazione all’apparenza, nonostante l’arida deriva del consumo take away – fino allo stupro se serve, non ha mai smesso di operare un pensiero che guardasse alla gioia quale inizio di una ricerca sull’umano. Il tragitto, che scorre in corpo e voce nello spettacolo “A cuore aperto”, è fatto di riflessioni, di emozioni, è fatto di letture e di progetti, di umori, di vita nonostante tutto, con sogni e segni indelebili di violenza. Uno spettacolo pensato e realizzato appositamente per l’inaugurazione della mostra: “Come eri vestita?”, progetto che nasce nel 2013 da parte di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas e diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione Libere Sinergie che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. L’idea alla base del lavoro è quella di sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne e smantellare il pregiudizio che la vittima avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti. Da qui il titolo emblematico ‘Com’eri vestita?’