MACERATA/BOLZANO ASSE/O PER LA NUOVA ESTETICA

 

Su invito del Contro Tempo Teatro di Bolzano il Minimo Teatro di Macerata nella persona del direttore Maurizio Boldrini ha tenuto la presentazione della ristampa de “La lezione su Carmelo Bene” alla Nuova Libreria Cappelli di Bolzano e un intenso seminario al Teatro delle Muse di Pineta di Laives, che ha avuto come oggetto le tecniche teatrali da Carmelo Bene all’Ingegneria Umanistica. Le iniziative non solo hanno ottenuto ottimi risultati dal punto di vista conoscitivo per entrare negli aspetti operativi e nei criteri operatori, chirurgici di Carmelo Bene, solitamente trascurati per carenza di strumenti di analisi e invece affilatissi nelle mani di Boldrini, ma hanno avuto anche un’ imprevista appendice laboratoriale. Infatti è stato realizzato “Basolato”, prototipo cinetico che inaugura il primo criterio combinatorio del “Repertorio della nuova estetica”, già in elaborazione nella sede del Minimo Teatro a cura della Classe di Ingegneria Umanistica. “Basolato” detta sinteticamente un criterio di progressione scalare del materiale d’arte: alla regia di composizione attoriale segue una reazione inversa e verticale dei materiali, depotenziando le eventuali scorie drammatiche e moltiplicando per sottrazione l’energia poetica. Mutano anche le definizioni, ogni testo diventa un protesto, nel caso specifico: Shakespeare/Boldrini/Prosperi/Classe di Ingegneria Umanistica, cambiale ad eludere paternalismi. Mutano per forza anche le definizioni per gli artefici, gli ex attori sono operatori: Claudio Montresor, Daniela Zambaldi, Luca Conci, Massimiliano Cirillo, Anton Schonberger, Flora Sarrubbo. Il regista nucleare, nel senso che dirige la fatturazione del nucleo materiale che verrà operato: Giuseppe Marazzi; Maurizio Boldrini, reattore di fusione, nel senso che reagisce inversamente sul nucleo fatturato. Protezione Giuseppe Marazzi, cioè colui che ottimizza e custodisce il materiale frutto del trattamento. Da Macerata gli operatori che hanno trasmesso le indicazioni sono i componenti della Classe IU: Paolo Aceti, Michele Branda, Marco Frontalini, Paola Marconi, Elisabetta Moriconi, Luca Paletti, Serenella Marano, Lorenzo Vecchioni. C’è una frase di Ennio Flaiano che sintetizza bene ciò che è avvenuto: “quando la scienza avrà messo tutto in ordine toccherà ai poeti mischiare daccapo le carte”, per verità la scienza non sa mettere in ordine un granché, quindi, ordine o disordine è bene che i poeti segnino le carte per giocarsi una partita altra, meno deformante la vita. L’ asse/l’asso Minimo Teatro Macerata/Contro Tempo Teatro Bolzano è una direttiva scalare per una strada maestra da sviluppare.

 

Da Bene a Boldrini, il superamento parabolico del genere teatrale. Macerata/Bolzano andata e ritorno

MACERATA – Maurizio Boldrini, Lezione su Carmelo Bene, Minimo Teatro, Macerata 2017, con recentissima ristampa 2024 è a tutt’oggi e a un quarto di secolo dalla morte di Bene, l’unico libricino denso di indicazioni materiali che con perizia, coraggio, cognizione sia entrato come endoscopia a sondare alcuni materiali della sconfinata opera beniana per analizzarne dinamiche operative e tecniche operatorie.

È l’unico minimo e ricco strumento che, avulso da celebrazioni biografiche e dalle solite teorizzazioni filosofiche, sappia portare il lettore, per mano e per orecchio, dentro il fare del funambolo salentino e dimostrando come egli riesca a sospendersi dalle consuetudini spettacolari correnti per manifestarsi testimone, compendio, superamento di secolari invenzioni, scarti, deviazioni dell’arte oltre la storia delle arti.

Non è un caso che Boldrini e il suo Minimo Teatro siano artefici di questa necessaria sterzata rispetto ai quintali di pagine scritte su Bene.

Chi è accorto osservatore dei confini del panorama teatrale sa che l’opera di Boldrini è, da più di quattro decenni, un esempio unico di ricerca teatrale fuori sistema, per questo non solo ha potuto elaborare strumenti idonei a riconoscere prassi di alta ingegneria, ma esso stesso è dimostrazione di combinazione, continuazione e superamento parabolico del genere teatrale, in definitiva è il seguito oltre i limiti dove Bene e compagni secolari si erano dovuti fermare.

È bello ed emblematico che proprio un teatro al confine italico, il Contro Tempo Teatro di Bolzano, ospiti il direttore del Minimo Teatro per l’effettuazione di un seminario che dalle tecniche di Bene muoverà fino alla poesia capitale, drammaturgia a scalare di cui Boldrini è artefice.

Il seminario si terrà presso il Teatro delle Muse di Pineta di Laives, sabato 7 dicembre dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 16.00; domenica 8 dicembre dalle 10.00 alle 12.00.

È destinato a tutti gli interessati e appassionati di teatro. Sempre sabato 7 alle ore 18.00 il libro “Lezione su Carmelo Bene” sarà presentato alla presenza dell’autore presso la Nuova Libreria Cappelli di Bolzano (piazza Libertà 2).

Informazioni e prenotazioni: 349 3552649, controtempoteatro.bz@gmail.com

Gli attori del “Minimo Teatro” portano un redivivo Pier Paolo Pasolini a Macerata

Venerdì scorso niente luci di scena, solo qualche faretto di servizio ad illuminare la piattaforma dell’ Auditorium della Biblioteca Comunale a Macerata. Un paio di microfoni usati più che altro come parodia del microfono, simulacro di potere per chi lo ha in mano. Niente musiche, se non il ritmo dei corpi, delle voci, degli umori, delle pause cariche di tensione. È Teatro smascherato quello del Minimo Teatro corpo autentico, sovversivo, politico di Pier Paolo Pasolini redivivo, ancor più vivo di quando fu legato alla cronistoria perché libero finalmente dai cliché pasoliniani dell’intellettuale scomodo.

All’Auditorium della biblioteca passa un “Pasolini controvento”, dismesso dalla scena del prevedibile, ed è un uragano di poesia , di segni, di telegrammi, di gesti vocativi che reclamano i sensi più umani, quelli dimenticati, addirittura mai resi possibili della vita ideale. Ecco, Pasolini ritorna finalmente a dettare un ideale umano attraverso un manipolo di giovani attori eroi sottratti alle accademie omologanti del quotidiano, che incantano di poesia antica e allarmano di bellezza contemporanea, istantanea, immediatamente scritta a corpo, sono: Erasmo Eugeni, Roman Golinschi, Alice Luchetti, Arianna Marinangeli, Annaclara Moschini, Riccardo Narr, Matteo Palermo, Elisa Patrizi, Davide Rizzi. Che lezione ragazzi siete stati capaci di essere!

B-Live, Biblioteca da vivere è il titolo del progetto del Comune di Macerata che ha reso possibile il laboratorio teatrale curato dall’Associazione Minimo Teatro. Una bella vita di ragazzi circolata in biblioteca, luogo ideale per diffondere e praticare conoscenza, specialmente con il percorso laboratoriale su Pasolini di cui lo spettacolo è stata naturale conclusione. Il pubblico eterogeneo composto da giovani, meno giovani, amici, poeti, artisti, allievi ha capito subito, anche prima dell’inizio, che sarebbero stati testimoni dell’ennesima perla Minimo Teatro, perché Guido Garufi introducendo da par suo Pasolini è stato egli stesso sintesi, esempio di poesia, una poesia ancor prima che la poesia iniziasse.

E a seguire, dalla prima pagina di “Ragazzi di vita” fino alla fine dello spettacolo non si è rappresentato Pasolini, c’è stato Pasolini, giovane tra giovani. Con la complicità di alcuni “fuori quota” come li ha definiti Maurizio Boldrini, conduttore del laboratorio e regista dello spettacolo: Serenella Marano, determinante nell’assistenza registica nonché lettrice memorabile di una memorabile pagina da “Petrolio”, Lorenzo Vecchioni, attore-compendio esemplare dei personaggi pasoliniani; inoltre Monia Ciminari, l’unica con licenza di fingere la dissuasione dalla poesia, alla quale invece avvicina la piccola Maria Vittoria Bianchi, sua figlia, ulteriore tenerissima poesia in transito di purezza e leggerezza.

In definitiva “Pasolini controvento” è un corpo poetico, oltre ogni protocollo drammaturgico, che trattiene le forme di una autentica, ostinata (disperata?) vitalità. Documentazione a cura di Lucia Copparoni. Ilaria Ribichini è la coordinatrice di “Biblioteca da vivere”, progetto del Comune di Macerata finanziato sul bando “Giovani in Biblioteca” del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

L’ addetta Stampa, Patrizia Mancini

Pasolini Controvento in biblioteca Mozzi Borgetti

 

MACERATA – Venerdì 22 alle ore 16.30 presso l’ Auditorium della Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti è proposto in pubblico, con libero accesso, lo studio scenico “Pasolini controvento” a conclusione del laboratorio che l’ Associazione Minimo Teatro ha svolto nell’ ambito del progetto del Comune di Macerata denominato “B. live – Biblioteca da vivere” e finanziato con il bando “Giovani in biblioteca” del Dipartimento politiche giovanili e Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I giovani e i “fuori quota” che hanno partecipato al laboratorio, contotto da Maurizio Boldrini coadiuvato da Serenella Marano della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro, hanno visitato, riflettuto, interpretato, rielaborato da alcuni dei formidabili reperti di quella inesauribile miniera poetica che è l’ opera di Pier Paolo Pasolini. Ne è venuto fuori un teatro vivo e ricco di indicazioni contemporanee durante entrambe le fasi operative, la prima si era già conclusa con lo studio scenico: “Nascosti tra le pagine”. È stato il percorso stesso il vero, il più autentico teatro capace si muovere sorprese, inaspettate emozioni e mettere in contropiede pregresse conoscenze. Quindi, ciò che si proporrà venerdì all’auditorium è solo un modo per dirsi che è il momento di sospendere la ricerca, perché possa diventare privatamente, individualmente fruttifera in future relazioni. I giovani artefici condotti da Boldrini sono: Erasmo Eugeni, Roman Golinschi, Alice Luchetti, Arianna Marinangeli, Annaclara Moschini, Riccardo Narr, Matteo Palermo, Elisa Patrizi, Davide Rizzi e Lucia Copparoni (documentazione) coadiuvati dai “fuori quota” Monia Ciminari, Serenella Marano, Lorenzo Vecchioni con partecipazione della piccola Maria Vittoria Bianchi.

 

Aperte le iscrizione alla Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro

 

Da 42 anni la Scuola di Dizione Lettura e Recitazione del Minimo Teatro con il suo inconfondibile manifesto nero su bianco esce sui muri di tanti comuni del territorio per annunciare le iscrizioni al suo anno di corso che va da novembre a giugno.
Da sempre è diretta da Maurizio Boldrini, artista che nel corso degli anni ha realizzato con i suoi allievi innovazioni radicali nell’ ambito del linguaggio teatrale e completamente fuori dai consueti sistemi produttivi e distributivi.
La Scuola del Minimo Teatro non solo ha raccolto il testimone delle norme della corretta dizione italiana dai maggiori attori che ne furono depositari, è anche il maggior riferimento nazionale per la recitazione in versi, per il rapporto musica e voce, per novità rivoluzionarie in drammaturgia, per le dinamiche dell’immaginazione, per la composizione e l’interpretazione poetica. Ma soprattutto è un formidabile percorso di conoscenza capace di far affiorare inesplorate attitudini personali e renderle al meglio in scena e nella vita quotidiana. Le attività didattiche si svolgono a piccoli gruppi, con orari e giorni di lezione concordati con le poche persone che compongono ogni singolo gruppo. Ci saranno anche lezioni individuali e laboratori integrativi. Sono previste diverse classi per ragazzi, giovani, adulti. Inoltre i nuovi iscritti potranno partecipare anche alla ricerca della Classe di Ingegneria Umanistica che quest’ anno verte sulla elaborazione di un Repertorio della nuova estetica. A conclusione dell’attività gli allievi presenteranno in pubblico i loro studi scenici finali.

Per informazioni ed iscrizioni: Minimo Teatro, borgo Sforzacosta n.275, Sforzacosta di Macerata, tel. 347 1054651.

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Macerata tra i luoghi amati dalla studiosa Marta Bartoli

LIBRO – Morta da un anno, è stata ricordata a Spoleto con la presentazione di un libro a lei dedicato. Ha portato la sua testimonianza Maurizio Boldrini

Il sorriso di Marta Bartoli, la sua opera ricchissima di studiosa ed artefice in molteplici ambiti culturali hanno ritrasmesso integra e viva la sua modestia, quella tipica dei grandi, la sua dedizione esemplare e tanto altro ancora in un pomeriggio denso di testimonianze ed emozioni.
L’ occasione, ad un anno dalla sua prematura scomparsa, è stata la presentazione del libro a lei dedicato a cura di Attilio Bartoli Langeli e Luciana Brunelli per la Deputazione di Storia Patria dell’Umbria. Giovedì 24 ottobre, la sala Eugenio IV della Rocca Albornoziana – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto ha ospitato la presentazione, alla presenza di un folto pubblico composto da colleghi, ex studenti, studiosi, amici e introdotta e coordinata dal presidente della Deputazione, Mario Tosti.

Dopo il saluto della direttrice del Museo Paola Mercurelli Salari, i curatori Attilio Bartoli Langeli e Luciana Brunelli hanno rimarcato con sobria efficacia le straordinarie attitudini di studiosa di Marta Bartoli.

A seguire sono state proposte testimonianze di amici, colleghi ed ex alunni provenienti da tutta Italia, segni amorevoli dell’amore donato da Marta in ogni occasione relazionale e nei luoghi in cui ha operato: Firenze, Carsoli, L’ Aquila, Macerata, Roma, Rieti, Veneto.

L’ictus emozionale del pomeriggio è stata la lettura da parte dell’attore Maurizio Boldrini del Minimo Teatro di Macerata della testimonianza di Maria Grazia sorella di Marta preceduta da un breve e stupendo racconto inedito di Marta e contenuto nel libro.

Tutto l’ evento è stato documentato in foto e registrazione audiovisiva che sarà disponibile nei siti della Deputazione, della Rocca Albornoz e del Centro Studi Santa Rosa da Viterbo e realizzato da Luciano e Saverio Serini di San Severino. L’iniziativa è stata curata dal punto di vista tecnico da Euro Morresi, redazione e trasmissione dei materiali iconografici Mirko Passerini.

#martabatoli #spoleto

Riparte il laboratorio teatrale gratuito sulle opere di Pier Paolo Pasolini

Macerata – Dopo il successo operativo della sua prima fase, riprende a breve (30 settembre) il Laboratorio teatrale sulle opere di Pier Paolo Pasolini destinato a giovani tra i 14 e i 35 anni, nell’ambito del progetto del Comune di Macerata denominato “B.live Biblioteca da vivere” e finanziato sul bando “Giovani in Biblioteca” del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
Gli appuntamenti settimanali si svolgeranno alla Sala Castiglioni della Biblioteca Comunale secondo il seguente calendario: 30 settembre, 7, 14, 21, 28 ottobre, 5,11,18,19, 20, 21, 22 novembre, con orario 16.30/18.15.
Il laboratorio è condotto da Maurizio Boldrini dell’AAA Minimo Teatro e direttore della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione.
Lo scopo primario del laboratorio è fornire ai giovani un esempio operativo e creativo fuori dai protocolli sempre più cristallizzati in cui sono obbligate la formazione e la conoscenza, inoltre c’è l’intenzione di sottrarre uno dei più grandi artisti e intellettuali del secolo scorso alla moda del “diverso” e restituire almeno una minima parte della sua forza estetica ed umanistica.
I giovani che parteciperanno all’iniziativa sceglieranno loro stessi alcuni materiali di Pasolini e saranno condotti da Boldrini secondo un criterio combinatorio che risponderà con altra poesia alla poesia affettiva di partenza. Il vastissimo repertorio cinematografico, narrativo, politico del poeta sarà miniera per guardare, riflettere, vivere il presente, senza vietarsi l’ambizione di edificare un futuro possibile al di là degli stereotipi contemporanei. Al termine degli incontri ci sarà una prova aperta al pubblico. I “fuori quota” per età che comunque desiderassero assistere come uditori al laboratorio saranno graditi ospiti nel corso degli appuntamenti. Per i giovani partecipanti al Laboratorio Pasolini la frequenza è completamente gratuita. Per le adesioni telefonare n. 347 1054651, Minimo Teatro.

Aperte le iscrizioni al Repertorio di estetica del Minimo Teatro

MACERATA – Sono aperte le iscrizioni per partecipare ad un’impresa ambiziosa: “Repertorio di parole voci suoni immagini per la nuova estetica”. Si tratta del corso operativo di Ingegneria Umanistica del Minimo Teatro diretto da Maurizio Boldrini. Da ottobre 2024 a giugno 2024 due classi di allievi, una in presenza e l’altra per via telematica, si dedicheranno a studiare elaborare e pubblicare un repertorio che possa essere riferimento costitutivo di una nuova estetica.

Abbiamo chiesto al direttore il senso di questa scelta così radicale e coraggiosa.

Ingegneria umanistica già da anni surclassa modi e strumenti dell’estetica contemporanea. Ora si tratta di dare una prima organica sistemazione alle nostre ricerche perché possano essere ulteriormente indicative per noi e per chi sarà dotato di analoga avvedutezza. È un compito urgente perché le azioni umane invece che progredire sono sempre più pericolose e soggette a credenze e deformazioni concettuali. Si pensa per immagini e parole, se queste sono fasulle le azioni sono disumanizzante.

E la funzione dell’arte, della poesia?

Artisti, poeti, architetti, scienziati, cineasti, ecc. sono tutti pronti a combinare parole, materiali, immagini, però chi tra loro è capace di astenersi momentaneamente dal comporre per tentare di edificare un repertorio di materie e strumenti meno logoro di quello in adozione da secoli? Nessuno che abbia il coraggio di trattare una sola parola per riflettere il senso, per analizzare se essa sia un trucco, o peggio un disastro concettuale per azioni ancor più disastrose e irreparabili.

E le voci, i suoni, le immagini?

Viviamo in una bolgia acustica, le voci sono sempre più forti, sgradevoli, oppure di una falsa cordialità copiata da sceneggiate televisive. L’orrido manifestarsi delle voci ormai appare come ambiente naturale di relazione. Anche le arti della voci sono disarmanti. La musica, ad eccezione di alcuni artisti che conosco, sarebbe soltanto da spegnere, invece è invasiva in ogni luogo. Le immagini sono ridotte a un vorticoso esibizionismo, velocissimo montaggio, sfavillante tecnologia dell’ inconsistenza, oppure tatuaggi e simboli.

È tutto da rifare! Come diceva Bartali!

Esatto, proprio tutto, dalle scienze allo sport, anzi ormai è un’unica poltiglia protocollare. Noi inizieremo da qualcosa e qualcuno, non per invertire la rotta perché mi sembra irreversibile, ma almeno per scrivere un seguito possibile.

Informazioni e adesioni alle due classi operative: 347 1054651. Minimo Teatro, Macerata, Borgo Sforzacosta 275.

Una vivissima “Città Morta”, memorabile evento a Monte Giberto

“La città morta” di D’Annunzio è andata in scena domenica 28 luglio nella Chiesa di San Giovanni di Montegiberto ad 80 anni esatti dalla memorabile rappresentazione dell’opera che andò in scena in paese nel luglio del 1944 e vide in scena: Silvio e Duilio Millevolte, Maria Nicolini Paletti nella parte protagonista che fu di Eleonora Duse, Ave Sandroni e Daria Pirmarocchi. Quella rappresentazione fu memorabile non solo per l’esito artistico ma anche per l’intreccio scabroso dei personaggi giocato fra aneliti adulterini e incestuosi. Lo scandalo fu tale che arrivò un monito ecclesiastico alla comunità, le tre attrici furono scomunicate e il locale parroco fu trasferito. A ricordo di quell’ edizione Zefferina Remia, da sempre animatrice culturale del paese nonché testimone bambina della rappresentazione e parente dei due attori, ha proposto a Maurizio Boldrini del Minimo Teatro di curare la messa in scena di una nuova versione dell’opera. E così è avvenuto dopo mesi di prove. Lo spettacolo è stato bellissimo, capace di trasportare il dramma dannunziano su un piano di lirismo poetico come è consuetudine del Minimo Teatro, con un denso, ritmico, sorprendente labirinto di segni gestuali e vocali che hanno esaltato e rilanciato la vicenda narrata verso un ulteriore opera scritta con i corpi delle attrici e degli attori. Edelvais Totò ha interpretato la cieca Anna, personaggio che fu di Eleonora Duse, con una fierezza e padronanza capace di muovere alla commozione, Annalisa Monaldi ha interpretato Bianca Maria con emozionante tenerezza rendendo il personaggio struggente e come sospeso in leggerezza nella sua sorte tragica. La nutrice interpretata da Anna Monaldi, che sulla carta sarebbe il personaggio “minore” è invece diventato il “metronomo” ritualistico di scena che con bravura ha scandito costantemente la sequenza delle scene. Alessandro Mazzuferi ha dato corpo a Alessandro, il marito di Anna, con sicurezza, incisività, e agilità nel trascolorare nei molteplici umori del personaggio. Mattia Piergentili non si è limitato a restituire la follia del suo personaggio Leonardo ma l’ha saputa tessere in sfumature di raffinata vena poetica. Le musiche all’armonium di Cristiana Millevolte e altri spunti musicali registrati di Lucio Matricardi hanno scandito in tensione e moltiplicato la grazia, che in un’ ora è stata costantemente protagonista della scena. Solo che “La città morta” non è stato solo un bellissimo e raro spettacolo è molto di più e ciò un esempio di teatro totale: non solo poetico, bensì antropologico, relazionale capace di coinvolgere tutta una comunità, non solo quella di Monte Giberto, sono arrivati spettatori da ogni dove, sono ritornati addirittura svizzeri e romani per partecipare a questo evento. Ecco per l’ appunto, una parola spesso usata a sproposito: evento, che invece in questo caso è la più appropriata per definire la portata dell’ iniziativa, pensata, fortemente voluta da quell’esile e formidabile promotrice di iniziative culturali che risponde al nome di Zefferina Remia. Hanno assistito allo spettacolo anche i figli degli attori e attrici dell’edizione del 1944, Doriana Millevolte figlia di Duilio, Marina e Alessandra Millevolte figlie di Silvio e Enzo Piermarocchi fratello di Daria, Gianna Paletti figlia di Maria. In definitiva è una “vivissima città morta” edificata dal Minimo Teatro di Maurizio Boldrini su scena di Fausto Giusti, costumi: Annalisa Monaldi, sarta: Vittoria del Gatto, trucco: Gioia Cuccu’ e Mariagrazia Bernetti, coordinazione: Teresa Sgalippa. Presentazione di Serenella Marano, dell’ Associazione Amici e Allievi del Minimo Teatro, rappresentata anche dal presidente Federico Boldrini. L’ iniziativa è stata promossa con il concorso del Comune di Montegiberto (presente il Sindaco Giovanni Palmucci che ha annunciato la prossima edificazione di un teatro per il paese) e dall’Ancescao, Centro Sociale Culturale Ricreativo “La memoria” di Montegiberto. Infine una menzione speciale per il pubblico che ha affollato la bella Chiesa di San Giovanni ottimamente restaurata: un pubblico eterogeneo, composto da paesani, allievi di teatro, artisti, forestieri, stranieri, giovanissimi e anziani tutti tutti accomunati dalla chiara percezione di aver partecipato a un evento memorabile, sigillato al termine da un interminabile applauso, di quelli che esprimono senza parole la sintesi perfetta della vissuta magia.

La città morta di D’Annunzio dopo 80 anni ritorna in scena a Monte Giberto

Nel luglio del 1944 nel teatro in legno (che fu poi demolito) di Monte Giberto andò in scena “La città morta” di Gabriele D’Annunzio che vide in scena attrici e attori bravissimi: Silvio e Duilio Millevolte, l’avvenente Maria Nicolini Paletti nella parte protagonista che fu di Eleonora Duse, Ave Sandroni e Daria Pirmarocchi. Fu una rappresentazione memorabile non solo per l’esito artistico ma anche per l’intreccio scabroso dei personaggi giocato fra aneliti adulterini e incestuosi. Lo scandalo fu tale che arrivò una scomunica alla comunità e il locale parroco fu trasferito!
A 80 anni esatti da quell’evento Zefferina Remia, da sempre animatrice culturale del paese nonché testimone bambina della rappresentazione e parente dei due attori, ha proposto a Maurizio Boldrini di curare la messa in scena di una nuova versione dell’opera. A seguito di diversi mesi di prove, il 28 di luglio (con due giorni d’anticipo sull’ottantesimo) presso la Chiesa di San Giovanni in Montegiberto il Minimo Teatro presenta la prima con in scena Edelvais Totò, Annalisa Monaldi, Anna Maria Monaldi , Alessandro Mazzuferi e Mattia Piergentili. Il regista Maurizio Boldrini ha coinvolto per le musiche di scena due nipoti degli attori di allora: Lucio Matricardi nipote della protagonista Sig.a Paletti e Cristiana Millevolte nipote dei due attori maschili. Ovviamente c’è grande attesa, non solo a Montegiberto, per questa nuova versione che, essendo targata Minimo Teatro, custodisce la fondata speranza per gli spettatori di essere testimoni e partecipi di una rinnovata ed alta poesia. L’ iniziativa è promossa dal Comune di Montegiberto e dall’Ancescao, Centro Sociale Culturale Ricreativo “La memoria” di Montegiberto.
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