Sé affiora, Sé dissolve: la via della conoscenza

MACERATA – Al Minimo Teatro c’è un palcoscenico composto da sei praticabili per un totale di soli quindici metri quadrati. E’ incredibile, eppure reale, come questo piccolo spazio possa essere, ed è, lo snodo capitale di un “sistema” operativo che rende inadeguati i consueti nessi del pensiero, e s’impone, con la leggerezza di un’arte irrevocabile, materia che pretende l’urgenza di una nuova filosofia del pensiero, un nuovo funzionamento delle connessioni immaginative.  La cosa che più “terrorizza” è che la dimostrazione, in forma di spettacolo, è sotto agli occhi degli spettatori, in tutta la sua ricchezza poetica, e non si sa, come spettatori, se abbandonarsi alle continue onde emozionali, o resistere e sforzarsi di riportare gli accadimenti dentro il conforto della logica che ad ognuno è possibile.

“Sé affiora”, Sé dissolve”, studi scenici proposti sabato e domenica scorsi, sono stati due attentati programmati, studiati nei minimi particolari e realizzati contro i “sistemi” su cui si fondano le pseudoconoscenze. Sarebbe inutile, oltre che ovvio, soffermarsi e raccontare la bellezza e la bravura degli artificieri, testimoni in corpo e in voce della grandezza del loro operato, ciò che pare invece importantissimo segnalare è che poeti, architetti, medici, attori, filosofi, ecc. ecc. per non rimanere troppo indietro sulla via della personale conoscenza è meglio che facciano almeno una visita o una permanenza sui quindici metri del palcoscenico del Minimo Teatro, capitale mondiale di quello che una volta si sarebbe chiamato “linguaggio teatrale”. Infine, nomi e cognomi. In “Sé affiora” la classe della Scuola di Dizione, Lettura e Recitazione composta da: Valentina Lauducci, Ludovica Orazi, Rebecca Ercoli, Cecilia, Ester, Riccardo Ferrario, Eleonora e Ludovico Meloni. In “Sé dissolve” la classe della Scuola di Ingegneria Umanistica composta da: Carla Camilloni, Riccardo Carota, Giorgio Cornelio, Serenella Marano, Elisabetta Moriconi, Ilenia Paciaroni, Roberta Sarti, Lorenzo Vecchioni. Conduttore, Maurizio Boldrini.

L’essere affiora e dissolve al Minimo Teatro

MACERATA – Doppio appuntamento al n. 275 di Borgo Sforzacosta, sulla piccola-grande scena del Minimo Teatro. Sabato 5, ore 21.30: ” Sé affiora”; domenica 6, ore 21.30: “Sé dissolve”. Sono studi scenici, rispettivamente della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione e della Scuola di Ingegneria Umanistica, che insistono nel controllo e nella manifestazione dell’atto creativo allo scopo di predisporre un banco di prova per le intime essenze personali. In “Sé affiora” sono di scena gli allievi principianti Rebecca Ercoli, Cecilia, Ester e Riccardo Ferrario, Eleonora e Ludovico Meloni, Valentina Lauducci, Ludovica Orazi, che si confronteranno con i “fondamentali” del gioco poetico nel tentativo di sentire il “sé” personale che affiora nell’atto creativo. Più complesso è il lavoro degli allievi della classe di Ingegneria Umanistica composta da Carla Camilloni, Riccardo Carota, Giorgio Cornelio, Serenella Marano, Elisabetta Moriconi, Ilenia Paciaroni, Roberta Sarti, Lorenzo Vecchioni, i quali con la direzione di Maurizio Boldrini, hanno condotto un intenso studio drammaturgico sulla costruzione di una vicenda che si dissolve mentre si crea, affinché il “sé”, capace di mancare ad arte i vincoli storico-rappresentativi, si esprima, scostumato, nella sua possibile purezza.

Al Minimo Teatro prove della “Messa Qoelet” in vista della prima assoluta in Vaticano

 

MACERATA – Presso il Minimo Teatro fervono i preparativi in vista dell’importantissimo esordio della “Messa Qoelet” di Roberto Passarella che fra pochi giorni, venerdì 6, esordirà in prima assoluta in Vaticano (Palazzo della Cancelleria) su organizzazione dell’Ambasciata dell’Uruguay presso la Santa Sede. Dopo la prova per i cantanti  Rosita Passerini,  Mariangela Marini,  Nenad Koncar,  Massimiliano Ricucci, si è svolta la delicatissima prova di rifinitura per il gruppo strumentale composto da  Serena Cavalletti,  violino I; Andrea Esposto,  violino II; Vincenzo Pierluca, viola; Giuseppe Franchellucci, violoncello; Davide Padella, contrabbasso; Marco Eugeni, percussioni; Roberto Passarella,  bandoneon e direzione. Nella sviluppo della musica si incastonano le gemme  verbali di Maurizio Boldrini a cui è affidato l’impegno di tradurre le parole di Qoelet, uno dei libri più controversi ed enigmatici dell’Antico Testamento. Il giovane Roberto Passarella dirige con una competenza da veterano, segno di un grande studio e passione, mentre Passarella senior, Hector Ulises, ascolta con attenzione le prove, un consiglio o due sono sufficienti a infondere la sicurezza dell’ascolto magistrale a un gruppo di musicisti e artisti di primordine. Per mercoledì 4, sempre al Minimo Teatro, è fissata la prova generale e poi via verso la splendida Sala del Vasari del Palazzo della Cancelleria, dove risuoneranno le voci e i suoni del “Qoelet” in omaggio a Papa Francesco e in memoria di José Gervasio Artigas, eroe nazionale dell’Uruguay.